giovedì 21 luglio 2011

Semplici saluti e auguri

“Cuore, cuore da irrimediabili

affanni tormentato, sorgi!

Difenditi dai nemici, nelle insidie

dappresso fermo, saldamente;

e, vincitore, non insuperbire palesemente;

sconfitto, non lamentarti,

prostrato in casa.

Ma delle gioie rallégrati,

nei mali addolòrati,

ma mai troppo:

riconosci quale ritmo tiene gli uomini.”

Archiloco – A sé stesso

Tanto tempo fa decisi di non scrivere su questo blog, la scelta dipendeva da questioni legate a conflitti interni ed esterni. Sono tornato a scrivere in una sola occasione – nel frattempo mi sono occupato solo degli avvisi – si trattava di una partita di calcetto. Oggi sono nuovamente qui, non solo per una partita, forse per tante partite metaforiche, alcune vinte, altre perse mentre alcune sono state pareggiate.

Ovviamente qui non ho mai raccontato i miei fattacci e non lo farò di certo ora alla fine. Ho parlato per linee generali degli avvenimenti in quel del 18c, ho fatto anche satira senza riserve per poi fare qualche passo indietro, non sono scappato via, mi sono limitato a darmi ad altro, del genere rapporti umani e attività didattiche.

In questo luogo cercherò di fare una cosa non troppo sdolcinata, odio le cose sdolcinate. Non posso e non voglio fare dei voti per la partita o per altre questioni varie, non mi metterò a citare altri amici dicendo “Mi lasci in pace lei!” – anche se l’ho appena fatto – e non mi metterò a raccontare barzellette su nessuno, voglio semplicemente fare un augurio.

Auguro a tutti voi, che leggete e che non leggete ciò che sto scrivendo il meglio, lo faccio perché non costa niente fare un augurio (la mia teoria paradossalmente vuole che gli auguri vadano fatti prima e non dopo gli esami), poi voglio complimentarmi, con chi ce l’ha fatta e chi non ce l’ha fatta, perché anche chi non è ancora riuscito nei suoi intenti molto probabilmente dopo ce la farà, congratulazioni a chi ha lottato e lotta ancora tra i banchi e fuori.

Spero il meglio per tutti: i miei amici presenti, futuri e passati, chi lo è e riuscirà ad esserlo ancora, chi lo è stato e probabilmente non lo sarà più, chiunque abbia vissuto con me e senza di me attimi e momenti di vita.

Ci tenevo a ringraziare anche i docenti – non lo faccio per “leccare il culo” – i professori sono stipendiati e più o meno tutti hanno reso per quanto vengono pagati, il mio ringraziamento vuole andare oltre, a quel numero di insegnanti che è riuscito a dare quel po’ di più. A chi ci ha messo passione, a chi ha incassato le critiche e ha continuato per la sua strada, a chi non c’è più e a chi non ci sarà.

I corsi per noi del terzo anno di C&D sono finiti da un pezzo, gli esami sono terminati ma solo per pochi, per quanto concerne gli altri l’avventura è quasi terminata.

Per ora una sola persona ce l’ha fatta, scusate se mi permetto, ma leggendo su comunicazionedams.unical.it ho avuto il piacere di vedere che c’è un dottore in C&D già luglio: complimenti, anche se non ti ho mai conosciuto e probabilmente mai ti conoscerò, hai fatto ciò che nessuno è riuscito a fare e ciò ti rende tanto onore!

Chiuso questo discorso arriva il momento dell’apologia.

Mi scuso se ciò che ho scritto non rispetta le regole grammaticali e della sintassi, purtroppo non sono né giornalista, né scrittore e né poeta (e con questa ho citato tre miei compari), sono uno dei tanti, anonimo e che cerca di sopravvivere adattandosi. Accetterò le critiche di chiunque mi disprezzi, di chiunque mi insulti leggendo ciò che ho scritto. Chiunque mi accusi di finto perbenismo o di ipocrisia sappia che non avrei avuto motivo di scrivere belle cose senza senso solo per fare la parte del buono o del galante, la mia è una cosa spontanea: chi la recepisce come tale bene altrimenti “Pacenza”.

Saluto chiunque ha avuto modo di conoscermi in questi tre anni (chi più chi meno) e non vado nei dettagli facendo nomi, sarebbero troppi.. O forse pochi?

Per la prima e ultima volta firmandomi così,

Sandro del 18c

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