sabato 18 giugno 2011

CI VEDIAMO DA MARIO - 20

Lo specchio

“Depuis ce jour-là

quand je vois ma face dans la glace

je crois voir Lucifer

apparaître à ma place”

(Un matin tu dansais – Luc Plamondon)

È vero, si può mentire a tutti, ma non a noi stessi. Per una volta, via le maschere e guardiamoci allo specchio: vi ricordate cosa eravamo quando venimmo come tanti pargoletti ad affrontare il test d’ingresso? Guardiamoci ora, alla fine, e tiriamo le somme.

Cercherò di non scadere in una stucchevole nota finale, ma chi mi conosce sa che amo i sentimentalismi, per cui sarà abbastanza difficile, ma ci voglio provare. Se nello specchio vi vedete più grandi, forse “vecchi”, è normale: in fondo sono pur sempre passati tre anni; ma ci vediamo più maturi? No, lasciate da parte il libretto con i vostri trenta e lode, guardatevi oltre gli occhi e scrutate attentamente.

Nel fondo degli occhi di tutti noi c’è un’esperienza: ciascuno l’ha vissuta a modo suo, chi voleva il palcoscenico e chi stava dietro le quinte, chi c’era sempre e chi non c’era mai, chi c’ha scherzato e chi c’ha pianto, chi ha lottato e chi s’è fatto trascinare dalla corrente. Ora lo so cosa vi aspettate di leggere: l’elogio di un’esperienza comune, ponendo l’accento sul fatto che bene o male siamo stati compagni d’avventura, ‘nella buona sorte e nelle avversità’.

No, non voglio dire questo: voglio solo incoraggiarvi ad interiorizzare tre anni della vostra vita perché, chi più e chi meno, abbiamo finito, abbiamo fatto il nostro tempo: abbiamo imparato ad andare in bicicletta, e a breve ci toglieranno le rotelle ai fianchi. Quando ci guardiamo allo specchio, ci vediamo da soli, pertanto ciascuno si guardi singolarmente. Mi auguro soltanto che vediate ciò che speravate di essere quando, seduti per la prima volta nel 18C, facevate il test d’ingresso e immaginavate una laurea e tutto il resto.

A tutti voi, un sincero “in bocca al lupo”, perché tutti noi ci meritiamo di avverare almeno un po' dei nostri sogni, per il semplice fatto che li abbiamo sognati.

“… ricordi tanti

e nemmeno un rimpianto.”

(Il suonatore Jones – Fabrizio De André)

Mario Ia5

7 commenti:

  1. Gli specchi, come dice Eco, in realtà non li capiamo: li percepiamo come nostri contrari. Non sono un segno di cosa siamo, l'unico modo è quello di andare "attraverso lo specchio", ma ciò opererebbe un cambiamento in noi che è un sogno utopistico..trovo più plausibile trovare terre fertili che bonificare questa.

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  2. Nè risposte dotte e nè roba filosofia o citazioni. Mario se c'è qualcosa di puro qua sei tu. Tutti siamo un pò marci, un po' intaccati dalle "cose brutte", tutti abbiamo sbagliato, fatto del male, tradito e via dicendo. In pochi riescono ad essere apprezzati, e io te lo dico chiaramente: ti apprezzo tanto e come me penso ti apprezzino anche tutti gli altri.

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  3. Magari ha ragione Eco che gli specchi non li capiamo fino in fondo, però per sua stessa ammissione sappiamo bene usarli; allo stesso modo, noi non ci capiremo mai totalmente, ma l'importante, quando ci si guarda allo specchio, è aggiustare in noi quello che riteniamo sbagliato. E poi, non ci si può spostare in eterno da una terra fertile ad un altra: come dice l'agente Smith, questo è il comportamentodei virus... prima o poi bisognerà fermarsi e "bonificare", magari anche combattere.
    Per i complimenti posso solo dire che sono esagerati, perché puro su questa terra non c'è nessuno, e forse è bene che sia così. Ma non voglio fare l'intellettuale spocchioso, per ciò ti ringrazio molto, Sandro.

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  4. Complimenti anche da me Mario, però si può bonificare solo con l'aiuto di tutti..uno non fa la differenza..ma qui cadiamo nell'etica e preferisco non parlarne visto che non è l'esame che mi compete in questo momento. Sarebbe bello fare quello che dici tu, ma cadi nella stessa utopia che tempo fa, mi hai assegnato..

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  5. Hai ragione, è vero.... ma forse ciascuno deve combattere contro se stesso, non contro gli altri, a questo serve guardarsi allo specchio. Mi rendo perfettamente conto che è un'utopia pensare che lo facciano tutti, ma questo non deve essere una scusache ci impedisca di farlo per noi stessi. Cmq, ti ringrazio dei complimenti, sempre e cmq esagerati.

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  6. Una volta ho letto che quando nasci hai due scelte: o vivere secondo le regole o riscriverle. Oggi, ho imparato che non si può fare nessuna delle due, che bisogna fare ciò che è equo, dosando quello che concerne te e ciò che invece riguarda gli altri...è simile al tuo invito di guardarsi allo specchio, o meglio attraverso, una sorta di "se mi guardo io puoi farlo anche tu, che cosa vedi?"..sarebbe bello..

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  7. Mario comunque complimenti per lo stile delle citazioni, io non le facevo cosi in passato.. Me le ha insegnate a fare un professore ;-)

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